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La buona brezza

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La buona brezza

Per soffiare, la buona brezza
ha bisogno di un paio di guance corali
di una vela maestra stesa sull’arco
di una breccia non del tutto stuccata
ma nemmeno indurita a tagliola.

Spesso restiamo braccati
ancorati al nostro pescaggio
all’arsa cambusa interiore,
oppure muti restiamo a contare
le sillabe del nostro passaggio
la breve distanza dal mosto.
Spesso la notte si dispone a bonaccia
ci incatena al respiro inglorioso
ci costringe a restare a riposo
nella giusta battaglia.
Spesso l’amore ci strattona in tempesta
si frappone all’infanzia del fiume
ci plasma senza cosmesi
fino a scannarci in un salmo
di stelle incendiate, in un cielo
che non sappiamo lasciare
sguarnire.

Per soffiare, la buona brezza
ha bisogno di un mandato dell’anima
di un’immaginazione meno fortuita
di un respiro, di un sogno, di un’isola,
di uno scafo di donna che tutto raccolga.

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